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Iniziazione del Fuoco
Samael Aun Weor |
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La morte è senza dubbio qualcosa di profondamente significativo. Non si può ulteriormente trascurare di approfondire questo tema, in tutti i suoi aspetti, con sincerità, infinita pazienza e in tutti i livelli della mente.
Come luminosa conseguenza, possiamo e anzi dobbiamo affermare con solennità il seguente postulato: “Solo scoprendo totalmente i misteri della morte potremo scoprire l’origine della vita”.
Se il germe non muore la pianta non nasce. Morte e concepimento sono intimamente associati.
All’esalare l’ultimo respiro dei nostri giorni, proiettiamo inevitabilmente, attraverso il tempo e lo spazio, il disegno elettrico della nostra esistenza...
Naturalmente, tale disegno elettropsichico viene più tardi ad impregnare l’uovo fecondato; è così che ritorniamo.
Il sentiero della vita è formato dalle impronte degli zoccoli del cavallo della morte.
Gli ultimi istanti dell’agonizzante sono segretamente legati ai piaceri amorosi dei nostri futuri genitori terreni.
Il destino che ci attende oltre la morte sarà la ripetizione della nostra vita attuale, con l’aggiunta delle sue conseguenze.
Ciò che continua al di là del sepolcro sono i miei affetti, le mie lusinghe, i miei odii: io voglio, io non voglio, io invidio, io desidero, io mi vendico, io uccido, io rubo, io sono lussurioso, io mi adiro, io bramo, ecc., ecc.
Tutta questa legione di io, vera legione di demoni che impersonano difetti psicologici, ritorna, rientra, si reincorpora.
Sarebbe assurdo parlare di un io individuale; è meglio parlare, con estrema chiarezza, di un io pluralizzato.
Il buddismo esoterico ortodosso insegna che l’ego è una somma di aggregati psichici.
Il libro egizio L’Occulta Dimora fa menzione, con grande rilievo, dei demoni rossi di Seth (gli io diavoli che costituiscono l’ego).
Tali io litigiosi e attaccabrighe costituiscono le legioni tenebrose contro le quali doveva combattere Arjuna per diretto ordine del benedetto Signore Krishna (vedi la Baghavad Gîtã).
La personalità non ritorna; è figlia del suo tempo: ha un principio e una fine. L’unica cosa che continua è sicuramente un mucchio di diavoli.
Possiamo ottenere l’immortalità nel mondo astrale. Tuttavia questo è possibile solo fabbricando l’eidolon (il corpo astrale).
Svariatissimi autori pseudoesoteristi e pseudooccultisti cadono nell’errore di confondere l’ego con il corpo astrale.
La moderna letteratura metafisica parla diffusamente delle proiezioni del corpo astrale; dobbiamo però avere il coraggio di riconoscere che i cultori di occultismo si sdoppiano abitualmente nell’ego per viaggiare nelle regioni sublunari della natura attraverso il tempo e lo spazio.
Il corpo astrale non è uno strumento indispensabile per l’esistenza. Vale la pena di ricordare che il corpo fisico dispone fortunatamente di un fondo vitale o Lingam Sarira che garantisce completamente la sua esistenza.
Il corpo astrale è indubbiamente un lusso che molto poche persone possono concedersi. Sono rari i soggetti che nascono con questo splendido veicolo.
La materia prima della Grande Opera, l’elemento alchemico con il quale possiamo fabbricare il corpo astrale è l’Idrogeno Sessuale Si12.
Tale Idrogeno rappresenta ovviamente il prodotto finale della trasformazione degli alimenti nel meraviglioso laboratorio dell’organismo.
È evidente che questa è la materia più importante con cui lavora il sesso. L’elaborazione di tale sostanza si sviluppa in consonanza ritmica con le sette note della scala musicale.
Non è secondario comprendere che l’ens seminis, ed il suo peculiare Idrogeno Si12, è seme e frutto allo stesso tempo.
Trasmutare questo Idrogeno portentoso per conferirgli una saggia cristallizzazione in un’ottava superiore significa, di fatto, creare una nuova vita dentro l’organismo esistente, dare forma evidente al corpo astrale o siderale di alchimisti e cabalisti.
Dovete comprendere che il corpo astrale nasce dallo stesso materiale, dalla stessa sostanza, dalla stessa materia dalla quale nasce il corpo fisico; l’unica cosa che cambia è il procedimento.
Tutto il corpo fisico, tutte le cellule restano, per così dire, impregnate dalle emanazioni della materia che è Si12 e quando esse si sono sufficientemente saturate, la materia Si12 comincia a cristallizzare.
La cristallizzazione di questa materia viene ad essere la formazione del corpo astrale.
La transizione della materia Si12 ad una condizione di emanazioni e la graduale saturazione di tutto l’organismo per mezzo di queste emanazioni è ciò che in Alchimia va sotto il nome di trasmutazione o trasformazione.
Tale trasformazione del corpo fisico in astrale è ciò che l’Alchimia giustamente denomina trasformazione dei metalli vili in metalli fini, ossia la produzione di oro dai metalli ordinari.
Il procedimento esoterico può essere individuato nello Yoga del Sesso, nel Maithuna, nella Magia Sessuale: connessione del lingam-yoni, fallo-utero, senza eiaculazione dell’ens seminis.
Il desiderio contenuto originerà i meravigliosi processi della cristallizzazione dell’idrogeno Si12 ad un’ottava superiore.
L’alimentazione è qualcosa di diverso. Indubbiamente anche il corpo astrale richiede, è ovvio, il proprio alimento e la propria nutrizione.
Siccome il corpo fisico è saggiamente controllato da quarantotto leggi - fatto che è scientificamente dimostrato dai quarantotto cromosomi della cellula germinale - appare molto evidente che l’Idrogeno capitale del corpo cellulare è l’Idrogeno 48 (quarantotto).
Quando si procede per la strada della linea retta, è, in verità, relativamente facile accumulare questo specifico tipo di Idrogeno.
L’eccedenza dell’Idrogeno 48 (quarantotto) non consumato nelle attività fisiche del mondo tridimensionale di Euclide si trasforma prodigiosamente nell’Idrogeno 24 (ventiquattro).
Naturalmente, il detto Idrogeno 24 (ventiquattro) si traduce sempre in alimento eccezionale del corpo astrale.
Occorre necessariamente asseverare con il dovuto rilievo che il corpo siderale o astrale di alchimisti e cabalisti si sviluppa e si accresce in modo stupendo sotto l’assoluto controllo delle ventiquattro leggi.
Ogni organo si distingue chiaramente per le sue funzioni e uno sa di avere un corpo astrale quando può viaggiare per mezzo di esso (vedasi il capitolo 6 di questo stesso trattato).
Il mio caso particolare fu certamente straordinario: devo specificare che io nacqui dotato di corpo astrale.
Lo avevo stupendamente fabbricato prima di nascere, in remotissime età di un passato mahanvantara, molto prima che spuntasse l’alba della catena lunare.
Per me, la cosa più importante era certo ripristinare i poteri ignei nel suddetto corpo astrale. Lo compresi prima di richiedere al Logos del sistema solare l’entrata alla Terza Iniziazione del Fuoco.
Vale la pena di dire ai miei amati lettori che il Grande Essere, dopo avermi concesso quanto richiesto, provvide con una speciale disposizione in mio aiuto.
Potete dedurre, da ciò, che mi fu affiancato un certo specialista nel Terzo Grado di Potere del Fuoco.
Il Guru Deva compì la sua missione dirigendo la Terza Serpe Ignea lungo il canale midollare nel corpo astrale.
Litelantes e la mia insignificante persona che nulla vale percepivamo con il sesto senso lo specialista astrale che ci aiutava durante la copula metafisica.
Il risveglio del Fuoco nel corpo astrale è sempre annunciato con un terribile lampo nella notte.
Al principio il Terzo Grado di Potere del Fuoco in quel veicolo tanto prezioso ha un bellissimo color bianco immacolato. Più tardi appare brillante di un bellissimo color oro nell’aura dell’universo.
Confesso francamente e senza mezzi termini che durante il lavoro esoterico con il Terzo Grado di Potere del Fuoco mi toccò vivere simbolicamente tutto il Dramma Cosmico.
Uno, che non è altro che un vile verme strisciante nel fango della terra, si sente realmente commuovere quando, all’improvviso e senza meritarlo, si vede trasformato nel personaggio centrale di tale Dramma, quantunque ciò avvenga in modo del tutto simbolico.
A differenza delle due Serpi precedenti, il Terzo Grado di Potere del Fuoco, dopo aver toccato l’atomo del Padre nel campo magnetico della radice del naso, prosegue la sua marcia fino al cuore.
Tra il campo magnetico della radice del naso ed il cuore esistono vie segrete, nadi o canali meravigliosi.
Un certo percorso segreto collega la radice del naso con il chakra capitale che, dal centro del cervello, controlla il cardias. Per quella via circola il Fuoco. Più tardi prosegue il suo cammino fino al cuore stesso, circolando in modo misterioso lungo l’Anahata Nadi.
Vivere tutto il Dramma del Cristo nel mondo astrale è, senza dubbio, qualcosa da non potersi dimenticare.
Man mano che il Terzo Grado di Potere del Fuoco si sviluppa e si dispiega armoniosamente nel corpo astrale, diversi avvenimenti del Dramma Cristico divengono espliciti.
Quando il Fuoco Sacro giunge al meraviglioso porto del cuore tranquillo, viviamo allora il simbolismo intimamente collegato alla Morte e Resurrezione del Cristo.
Appare tremendo l’istante in cui il simbolico Longino infigge nel costato dell’Iniziato la Lancia Sacra, l’emblema straordinario della forza fallica.
Parsifal sanò con tale Asta la spaventosa piaga che ardeva dolorosa nel costato del re Amfortas.
Quando fui segretamente approvato da una certa potenza siderale, i tenebrosi Adepti della Mano Sinistra mi attaccarono pieni di odio viscerale.
Tra i misteri delle grandi cattedrali non manca mai il Santo Sepolcro ed è evidente che, nell’Iniziazione, non poteva mancare il mio.
Nell’istante in cui scrivo mi torna alla memoria il momento iniziatico di Ginès de Lara.
In quel frangente esoterico dell’insigne Iniziato non c’era, in effetti, alcuna dama di “gran lignaggio” - figlia del fondatore del monastero - che lo accompagnava, nè alcun “gentiluomo” se non il proprio Maestro guida, che lo condusse fino al Sancta Sanctorum o Adytia di quel tempio, dove il neofito trovò, al centro di una ricchissima aula marmorea, un sontuoso sepolcro ermeticamente chiuso. Ginès, obbedendo al Maestro, ne sollevò facilmente con le proprie mani il pesante coperchio e vide, nello stesso, con sua grande sorpresa, il proprio corpo fisico.
A differenza di Ginès de Lara, io vidi nel sepolcro il mio corpo astrale. Compresi allora che dovevo passare per la Resurrezione esoterica.
Il Gran Maestro massone Hiram Abif deve indubbiamente resuscitare in noi. “Il Re è morto. Viva il Re!”.
La vera e propria Resurrezione, concreta e realistica, è possibile solo nella Seconda Montagna. In questi paragrafi ci stiamo soltanto esplicitamente riferendo alla simbolica Resurrezione iniziatica.
Dovetti rimanere astralmente nel Santo Sepolcro per lo spazio di tre giorni, prima della suddetta Resurrezione simbolica.
Dopo tutto il processo simbolico resurrettivo, fu indispensabile la discesa all’oscura dimora di Plutone.
Tra le viscere più profonde della terra, là dove il fiorentino Dante si imbatte nella città di Dite, dovetti iniziare tenebrose ricapitolazioni.
La progressiva ascesa si realizzò lentamente, attraverso i vari strati del regno minerale sommerso...
Fu indispensabile una vivida ricapitolazione scenica, progressiva, ascendente, per la piena conoscenza del se stesso, del me stesso.
Quando si tratta di dissolvere l’ego, suole essere utile ricapitolare antichi errori abissali.
Conoscere i nostri errori psicologici è realmente un’esigenza indifferibile.
«Sono un Santo!» esclamai, davanti ad un gruppo di dame eleganti che, con fare sinistro, presero posto in un sontuoso salone dell’abisso.
Quelle donne si posero a ridere, prendendosi gioco di me, nel mentre, con certe smorfie molto provocatorie, ripetevano ironicamente: «Santo! Santo! Santo…»
Le sventurate creature avevano ragione. A quell’epoca non avevo ancora dissolto l’ego: ero un bodhisattwa caduto...
Nel Libro di tutti gli Splendori è scritto con carboni ardenti che, nella dimora di Plutone, la verità si traveste da tenebre. “Demonius est Deus inversus”, scrisse H.P.B.
Ascensione simbolica, iniziatica, istruttiva, ma diversa dall’Ascensione Logica[1] della Terza Montagna.
Diciannove giorni dopo aver iniziato la marcia ascendente dall’abisso, gli Adepti della Fratellanza Occulta eliminarono dal mio basso ventre un certo strato o sostanza atomica somigliante alla pelle dell’organismo umano.
All’interno del microcosmo uomo, tale tegumento atomico è come una gran porta che dà accesso ai bassifondi abissali...
Finchè negli individui esista quell’elemento atomico, l’Essenza rimarrà estremamente rinchiusa nell’ego.
Tolta quella porta atomica nella controparte astrale del ventre, gli Adepti devono poi curare tale zona ventrale.
Quando il Terzo Grado di Potere del Fuoco riesce a salire per la parte superiore del cranio, assume la mistica figura dello Spirito Santo: bianca colomba dalla testa di venerabile anziano.
Immacolata creatura divina, posata sulla torre del tempio, in mistico raccoglimento, attendeva gioiosa l’istante supremo dell’Iniziazione...
Ricordando antichi errori di precedenti reincarnazioni, al trentatreesimo giorno mi toccò affrontare un avvenimento insolito, fuori del comune...
Tre dei quattro fondamentali stati della Coscienza dovettero essere sottoposti alla prova del fuoco...
È necessario definire questi quattro stati della Coscienza per il bene dei nostri amati lettori:
A) - Eikasia,
B) - Pistis,
C) - Dianoia,
D) - Nous.
Il primo di questi quattro stati è profonda incoscienza, barbarie a tutti gli effetti, sogno infraumano, crudeltà, ecc., ecc.
Il secondo di tali stati corrisponde esattamente a tutti i processi razionali: opinioni, settarismo fanatico, ecc., ecc.
Il terzo si manifesta come sintetismo concettuale, scientismo, revisione intellettiva di credenze, induzione deduzione di tipo riflessivo, studi molto seri su fenomeni e leggi, ecc., ecc.
Il quarto è Coscienza sveglia, stato di Turiya, chiaroveggenza davvero obiettiva, illuminata, perfetta; poliveggenza, ecc., ecc.
Risultai vittorioso nella difficile prova. Indubbiamente, sul Sentiero del Filo del Rasoio dobbiamo essere provati molte volte.
Il simbolismo ermetico della suddetta prova esoterica fu molto interessante: tre fanciulle, del tutto serene, nel fuoco. Il risultato fu: vittoria!
Oggigiorno mi trovo ormai fermamente consolidato negli stati dianoetico e noetico. Non è superfluo affermare che Eikasia e Pistis furono eliminate dalla mia natura attraverso le terribili ordalie dell’Iniziazione.
Trentasette giorni dopo aver dato inizio a revisioni abissali, dovetti direttamente studiare le dodici costellazioni zodiacali, sotto la cui reggenza evolviamo ed involviamo senza posa.
Ciascuna delle dodici costellazioni zodiacali risplende con il proprio specifico tono.
La luce astrale della costellazione del Leone è di un bellissimo color oro e, nel contemplarla, ci si sente ispirati.
Il finale di tutti i processi relativi all’Ascensione viene sempre annunciato da quattro Angeli che, rivolti ai quattro punti cardinali del pianeta Terra, fanno squillare ciascuno la propria tromba.
All’interno del Tempio mi venne offerta la bianca colomba dello Spirito Santo, come per dirmi: «Lavora intensamente nella Nona Sfera se vuoi incarnare il Terzo Logos dentro di te».
Tutti questi processi simbolici dell’Ascensione si conclusero il quarantesimo giorno.
La cerimonia finale si svolse nel mondo causale. Ciò che sentii e vidi allora fu veramente straordinario.
Il Grande Iniziatore fu, in quella occasione, Sanat Kumara, il fondatore del Gran Collegio di Iniziati della Venerabile Loggia Bianca.
All’altare, con la canna dai sette nodi nella sua destra poderosa, quel Grande Essere brillava in tutta la sua terribile divinità.
Samael Aun Weor